domenica 29 settembre 2013

TV SERIES#01: MARVEL'S AGENTS OF S.H.I.E.L.D. 1X01 and REVOLUTION 2X01

Finalmente sono cominciate due delle serie televisive che seguirò in questa stagione, questi articoli che ne verranno settimana per settimana sono dedicati a chi GUARDA LE SERIE IN CONTEMPORANEA CON GLI STATI UNITI, dunque per chi aspetta la messa in onda italiana consiglio di evitare di proseguire nella lettura, essendo i seguenti degli aprofondimenti che inevitabilmente contengono SPOILEEEEEEEEER!

Andiamo senza indugia a incominciar:

MARVEL'S AGENTS OF S.H.I.E.L.D. 1X01- PILOT

 Devo ammettere che da grande appassionato dei fumetti della Casa delle Idee, questa serie televisiva rappresentava per me una grandissima sorpresa ma anche una forte paura di essere deluso. Fortunatamente il pilota a rivelato che i miei timori erano infondati e che invece le mie aspettative più rosee sono state esaudite, infatti la serie mette insieme un cast di attori molto bravi, tra cui ovviamente il mitico agente Coulson (Clark Gregg) che pensavamo morto dopo Avengers, che formano una squadra segreta dello S.H.IE.L.D. che si occupa di casi che coinvolgono soggetti con super poteri.
Proprio il ritorno di Coulson rappresenta il primo grande mistero della serie, dato che una sibillina battuta che viene pronunciata alle sue spalle fa cadere dei grandi interrogativi sulla spiegazione che ci viene inizialmente data, ovvero che Fury abbia fatto credere agli Avengers che Coulson fosse morto per motivarli alla vigilia della battaglia di New York.
Clark Gregg nella parte dell'agente Coulson.
Che Coulson sia un Life Model Decoy in cui è stata riversata la memoria originale e la coscienza dell'agente che eravamo abituati a conoscere? La cosa particolare è che tale spiegazione sarebbe di facile intuizione per un Marvel Fan, ma per un nuovo spettatore?
La serie si collega fin da subito agli eventi del Marvel Cinematic Universe, dalla battaglia di New York, alla citazione di Stark e della Vedova Nera, e via così per tutto l'episodio, imbastendo comunque la struttura della serie su una Task Force col compito di occuparsi dei nuovi fenomeni supereroistici senza che la popolazione venga a conoscenza di eventi e fatti che non è ancora pronta ad affrontare.
Da seguire.

REVOLUTION 2X01- BORN IN THE U.S.A.


La seconda stagione di Revolution si apre con un episodio ad altissima tensione, attraverso brevi flashback scopriamo che Philadelphia e Atlanta sono state devastate dai missili nucleari lanciati da Randall nel finale della prima stagione (su ordine del Presidente degli Stati Uniti rintanato sull'isola di Cuba), e che tutt'intorno alle due città devastate si sono creati degli immensi campi profughi (essendo la corrente tornata giusto il tempo di far partire i due missili), mentre Charlie sembra essere diventata molto più spregiudicata di quanto non sia mai stata (la prima volta che lo vediamo sta rimorchiando un barista con cui passa la notte) ed è partita da sola abbandonando Miles, la madre Rachel e Aaron per trovare e uccidere Monroe, diventato un picchiatore di strada.
Cosa ha combinato Miles nel capanno all'inizio della 2x01?
Tra l'esaurimento nervoso di Rachel che nel frattempo ha ritrovato il padre medico e Miles che esce da un capanno ferito a una mano e poi da fuoco alla costruzione, passando per Aaron che vede delle strane lucciole nel cortile di casa ogni notte (si è nel frattempo fidanzato con una donna che lo ama profondamente), i misteri si infittiscono andando questa volta a coinvolgere anche argomenti politici più legati all'attualità, dato che in questa stagione sembra proprio essere il "vero" governo U.S.A. a dettare legge.
L'attacco finale dei briganti al villaggio dove vivono i nostri sopravvissuti e l'apparente morte di Aaron lasciano la tensione a mille, soprattutto quando l'ex genietto di Google riapre gli occhi prima dei titoli di coda.




mercoledì 25 settembre 2013

VISIONI CALDE#04: BELLA ADDORMENTATA di Marco Bellocchio


L'ultima pellicola del Maestro Bellocchio mette in scena alcune vicende familiari vessate dal dolore di un congiunto in stato catatonico-vegetativo all'interno di strutture ospedaliere o abitazioni private, in un simmetrico balletto di morte con la triste vicenda di Eluana Englaro, la giovane ragazza che dopo 17 anni di coma trovò la pace nel 2009 in seguito alle controverse vicende giuridico-politiche che tutti ben conosciamo.
L'idea che un fatto storico o di cronaca funga da sfondo cardinale a vicende ad essa correlate per significato non è affatto nuova, ma non per questo Bellocchio rende il suo film carico di didascalici riferimenti fin troppo scontati alla realtà delle cose, bensì cerca di addentrarsi nel profondo processo di accettazione e maturazione che il dolore esercita su ognuno di noi, mettendoci alla prova.
L'intento del regista è sicuramente da elogiare, sia per il concetto iniziale sia per la splendida messa in scena di tale sincronismo narrativo, aiutato certamente da alcuni attori assolutamente straordinari come Toni Servillo, che vive una vera e propria stagione dorata della sua carriera; ma alla fine della pellicola si sente fortissima una sensazione di irrisolto: e se questo per molti potrebbe essere un intento perseguito fino alla sua naturale conclusione, essendo che molti dolori non possono estinguersi, dal mio personale punto di vista è invece sintomo di una fallace sovrastruttura filmica, rimasta troppo legata a una rappresentazione di carattere teatrale tanto cara a Bellocchio (il personaggio di Isabella Huppert è un riferimento fin troppo marcato) e troppo distaccata da quel senso di meraviglioso che il cinema del Maestro ha regalato in passato: è chiaro che si tratta di una precisa scelta di regia, coraggiosa e per nulla banale, ed è chiaro anche che il film è una vera bomba ad orologeria perchè tocca uno dei casi più controversi della seconda repubblica, e quindi tale disappunto è una pura e semplice sensazione personale che non intende sminuire il film del valore artistico che invece gli appartiene a pieno diritto.
Bella Addormentata non è un film semplice da vedere, quello che viene messo in luce è un atteggiamento italo-cattolico delle masse che si infrange su alcune vicende private immerse nella inviolabile potenza del dolore e della pietà, dunque la visione deve essere attenta e libera da pregiudizi etico-politici di ogni sorta, perchè il film attraverso le varie storie che lo compongono mette in luce tutta una serie di riflessioni importantissime sullo stato, sull'etica religiosa, su quella medica, sulle responsabilità personali e sulla pesante e gravosa situazione di dover vivere un lutto con il contagocce dell'agonia, e in questo senso il film può dirsi davvero riuscito negli intenti.

martedì 24 settembre 2013

COMICS TIME#04: MARVELS di Kurt Busiek e Alex Ross

Edito in Italia da Panini Comics

I supereroi Marvel visti dal basso, dal marciapiede, dagli occhi sbarrati dei cittadini di New York. L’Uomo Ragno, Capitan America, i Fantastici Quattro visti dall’altra faccia della medaglia, attraverso la macchina fotografica di un reporter che assiste all’alba di una nuova era.


Edizione Deluxe euro 35 (esaurita)
Edizione I grandi Classici del Fumetto di Repubblica euro 6,90 (esaurito)
Edizione Deluxe in cofanetto con Devil Rinascita e Wolverine Origini euro 89 (in arrivo)



Marvels arrivò in un momento particolare per la storia della Marvel Comics: quello che a tutti gli effetti fu l'attimo del suo massimo splendore economico appena precedente al tracollo clamoroso della seconda metà degli anni '90, e che vedrà in seguito Joe Quaesada riprendere in mano la situazione fino a raggiungere il glorioso rilancio della Casa delle Idee e all'omnipresenza dei supereroi Marvel in quasi tutti i media disponibili.
Paradossalmente (ma non troppo dato che è una condizione che si ripresenta ciclicamente nella storia dell'editoria a fumetti) il momento di massimo splendore economico della casa editrice di Spider-Man non corrispondeva affatto al massimo splendore artistico: la mania delle variant cover aveva saturato il mercato delle fumetterie e garantito un'entrata massiccia di liquidi dovuta all'ansia collezionistica dei marvel fan, mentre le file degli sceneggiatori si assottigliava (per via delle numerosi defezioni ed esodi alla DC e alla Image) sempre di più sotto la direzione artistica e amministrativa di Tom DeFalco, che nonostante fosse propenso ad aiutarli e valorizzarli, stava subendo la pesante eredità lasciata poco tempo prima da Jim Shooter, noto per il carattere fumantino e le sue imposizioni, spesso discutibili, alla stesura delle storie.
La tecnica pittorica di Ross in tutta la sua magnificienza
Questa premessa per sottolineare che Marvels è una mosca bianca che riunisce due dei più autorevoli artisti della nona arte a livello mondiale, uscita in un periodo in cui la qualità artistica non era l'interesse primario della casa editrice statunitense.
L'idea di fondo della graphic novel che impegnò Busiek e Ross per oltre un anno è quella di raccontare la parabola dell'avvento dei supereroi dagli anni '40 fino ai giorni presenti, ma invece di inquadrare le vicende dalla prospettiva degli eroi stessi, tutto è visto attraverso gli occhi e la vita del fotografo Phil Sheldon che vede il mondo cambiare radicalmente insieme alla sue esistenza di persona comune, ritrovandosi improvvisamente in un mondo dove esseri ricreati in laboratorio prendono fuoco a contatto con  l'ossigeno e dove un gruppo di strampalati superuomini in calzamaglia aiuta il governo degli Stati Uniti a vincere la seconda guerra mondiale.
Quello che l'arte quasi fotografica di Ross e il lirismo mai sopra le righe di Busiek riescono a ricreare è un affresco maestoso di un'epoca d'oro, vista da una prospettiva nuova e molto affascinante perchè in definitiva ci appartiene.
Oltre al puro piacere di osservare la magnificienza immensa delle tavole di Ross, il vero piacere nel leggere questo capolavoro è notare le centinaia di richiami visivi e di scrittura ad alcune delle storie più affascinanti di 50 anni di vita editoriale dei personaggi che tanto amiamo, inoltre Ross riempie le pagine dell'opera di personalità artistiche e non riprese direttamente dalla nostra realtà e storia (formidabili i Fab Four nella scena del matrimonio di Reed Richards e Susan Storm).
La cosa più interessante in assoluto è che i capitoli di Marvels rappresentano anche un fantastico, o sarebbe meglio dire meraviglioso, compendio della storia della Marvel Comics, dagli esordi della Torcia Umana originale fino all'avvento dei mutanti (il capitolo più bello a mio avviso, che affronta la tematica xenofoba nel modo più originale e intellettualmente onesto di sempre) e alla morte della povera Gwen Stacey.
Assolutamente immancabile, peccato che sia difficile da reperire essendo il volume Panini esaurito come quello dei Classici di Repubblica, comunque recuperabile in qualche asta online come ho fatto io: la qualità non è di certo paragonabile al volume Panini ma sicuramente permette di godersi l'opera senza spendere dei capitali enormi.

lunedì 23 settembre 2013

AL CINEMA #01: RUSH di Ron Howard


Titolo originaleRush
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Germania, Regno Unito
Anno2013
Durata123 min
Colorecolore
Audiosonoro
Rapporto2,35:1
Genereazione, biografico, drammatico, sportivo
RegiaRon Howard
SceneggiaturaPeter Morgan

Durante gli anni settanta, nella cosiddetta epoca d'oro della Formula 1, esplode la grande rivalità sportiva tra i piloti più talentuosi del momento, James Hunt e Niki Lauda. I due, che si danno battaglia fin dai tempi della Formula 3, non potrebbero essere più diversi: l'inglese è un ragazzo estroverso ed affascinante, che fuori dai circuiti è sempre a caccia di divertimento e belle donne; l'austriaco è invece un tipo introverso e riservato, dedito in maniera scrupolosa alla sua professione.
La loro rivalità raggiunge il culmine nella stagione 1976, quando tra mille rischi e pericoli, Hunt tenta di strappare con la McLaren la corona di campione del mondo a Lauda, a sua volta alla ricerca del bis iridato con la Ferrari. Neanche il catastrofico incidente avvenuto al Nürburgring Nordschleife durante il Gran Premio di Germania, in cui Niki rischia di perdere la vita, riesce a fermare questa accesa sfida, che ha il suo epilogo nell'ultima prova del campionato, il Gran Premio del Giappone a Fuji, sotto una pioggia battente. (Wikipedia)

La Formula 1, come quasi la totalità degli sport, può essere con facilità ricondotta a molti aspetti della vita di ogni uomo: per vincere bisogna correre dei rischi, ci sono altre persone che cercano in tutti i modi di portarti via la tua posizione, bisogna sapere quando è il momento giusto di staccare il piede dal pedale dell'accelleratore e quale invece quello più appropriato per schiacciarlo con tutta la forza che si ha in corpo, e si potrebbe continuare con una marea di similitudini metaforiche di questo genere.
A differenza però di moltissimi altri sport che non prevedono l'utilizzo di un mezzo meccanico, la Formula 1 si è evoluta esponenzialmente nel corso dei decenni, diventando sempre più lo sport degli ingegneri piuttosto che quello dei piloti, con un conseguente calo della spettacolarità delle corse e, per fortuna, un notevole incremento della sicurezza per i piloti, nonostante le prestazioni sempre più elevate e performanti delle monoposto.
Questa premessa serve a spiegare perchè Ron Howard ha scelto di raccontare la storia della rivalità tra questi due piloti e di farne una pellicola cinematografica: la loro vicenda, osservata dal punto di vista dei loro caratteri così agli antipodi (Hunt votato all'incoscienza e a rischiare la vita pur di vincere e Lauda metodico e calcolatore quasi più in gamba dei suoi meccanici, immerso nella sua quasi inviolabile infallibilità agonistica) e da quello dello sport che li vede grandi protagonisti, era già da sola, così come le cronache sportive ce l'hanno presentata, uno splendido e meraviglioso film sulla vita e sul dualismo che è in ognuno di noi.
Hunt e Lauda sono personaggi mitici perchè costituiscono loro stessi un tassello fondamentale di quel progresso che ha portato la Formula 1 ad essere un immenso e costosissimo laboratorio di ingenieria meccanica e al tempo stesso il tempio pagano del rischio dell'ingannare la morte; i due sono la stessa metà di una sola anima e le loro vite sono così profondamente iconiche ed esemplari che la trasposizione in celluloide della loro vicenda umana ed agonistica diventa un poema epico cavalleresco, con l'eroe senza macchia (Lauda) e il suo antagonista scaltro e spregiudicato (Hunt) che si scontrano e si incontrano mentre danzano a 270 Km orari insieme alla morte, presenza continua e assillante nel film di Howard, vero e proprio spauracchio che si tenta di allontanare con ironia e sarcasmo, ma che aleggia troneggiante nella paura di ogni pilota.
Tecnicamente il film è una perla di regia: Howard decide saggiamente di non fare delle scene di corsa delle semplici riproposizione in computer graphics di quanto le televisioni avessero mostrato all'epoca, ma bensì si concentra sui primi piani dei caschi dei piloti, su ardite inquadrature dall'interno del casco, carellate da bordopista, violenti inserti dello scoppio del carburante provocato dai pistoni (geniale il montaggio ideale su Hunt che amoreggia con una delle tante amanti e appunto i pistoni che infiammano il carburante prima della nuova gara).
Nonostante alcuni eccessi di scrittura (come per esempio la scena in cui Hunt malmena un giornalista che aveva fatto domande sciocche e provocatorie a Lauda), alcuni dialoghi che ad una prima impressione potrebbero sembrare banali perchè rimarcano i due stili di vita opposti dei protagonisti, lasciando intendere che il bene risiede nel proverbiale "mezzo", sono in realtà le uniche cose che due persone del genere potrebbero concepire parlando tra di loro, e una volta che anche lo spettatore entra nell'ottica delle due vite (schierandosi inevitabilmente come i tifosi fecero nel 1976), allora diventano plausibili e addirittura galvanizzanti.
Un'ultima nota tecnica riguarda la realizzazione dell'incidente che Lauda fece durante il Granpremio del Nürburgring Nordschleife, una scena impressionante riprodotta in ogni singolo dettaglio, proprio con quella perizia tipica di Ron Howard che si può ammirare in molti dei suoi film precedenti, uno su tutti Apollo 13.
Uno dei migliori film sullo sport che siano mai stati realizzati.



domenica 22 settembre 2013

EXTRA: L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE NERD DICHIARATO

Oggi vorrei usare questo spazio che mi permette di esprimere liberamente i miei pensieri e quindi di poterli condividere con chi decide di leggerli, per parlarvi di una questione spinosa che molti sulla rete hanno affrontato: il NERD.
Non mi metterò a snocciolare tutte le questioni storiche ed ideologiche che avvolgono tale figura, ormai tutt'altro che misteriosa, ma semplicemente esprimerò un'opinione sul marasma di incredibili stupidaggini che autorevoli personaggi della rete sparano attraverso il loro video su Youtube oppure con infuocati post sui loro combattivi blog di frontiera.
Tutti, ma proprio tutti, i personaggi che ho sentito parlare di questa vaporosa questione del "Nerd" inteso in senso ontologico come figura rappresentante una categoria umana, sia coloro che ne difendevano l'identità e i diritti sia coloro che li attaccavano violentemente, dicono sempre una completa marea di stronzate cosmiche, e questa mia affermazione parte dal fatto che tutti quanti partono da una premessa che è assolutamente errata, cioè che il nerd sia appunto una categoria umana.
Nessuno decide di essere nerd, ma è vero anche che nessuno nasce nerd, e questa signori miei è una verità oggettiva, e il motivo è che la parola stessa, dalla dubbia origine etimologica, è stata coniata per indicare uno stereotipo, che per definizione è la visione semplificata e largamente condivisa su un luogo, un oggetto, un avvenimento o un gruppo riconoscibile di persone accomunate da certe caratteristiche o qualità. Si tratta di un concetto astratto e schematico che può avere un significato neutrale (ad es. lo stereotipo del Natale con la neve e il caminetto acceso), positivo (la cucina italiana è la più raffinata del mondo) o negativo (l'associazione tra consumo di droghe e la musica rock) e, in questo caso, rispecchia talvolta l'opinione di un gruppo sociale riguardo ad altri gruppi. Se usato in senso negativo o pregiudizievole, lo stereotipo è considerato da molti come una credenza indesiderabile che può essere cambiata tramite l'educazione e/o la familiarizzazione. (Wikipedia)
Quest'ultima parte della definizione è molto interessante ed è quella che voglio lasciare come monito ai sedicenti sociologi della rete che amano distinguere tra esseri umani nuove mirabolanti specie: se davvero pensate che un appassionato di fumetti che passa molto tempo a giocare ai videogames e ad aggiornare il suo iPhone sia parte di un gruppo umano specifico per responsabilità di tali azioni allora significa che avete bisogno di essere educati, ed essendo che siete tutti adulti e vaccinati, sono poche le speranze che nutro per voi.
Amen.

mercoledì 18 settembre 2013

VISIONI CALDE#03: PIETà di Kim Ki Duk

Un film di Kim Ki Duk è sempre un'esperienza particolare, soprattutto per uno spettatore occidentale: ancor più marcatamente di quanto avviene nella cinematografia nipponica, il cinema coreano è intriso della sua cultura d'origine in ogni singolo aspetto della messa in scena, tutto sullo schermo appare alieno e straniante per chi non appartiene, anche solo marginalmente, a quel mondo di atteggiamenti scostanti, reazioni improvvise e spiazzanti, gesti imprevedibili, battute imbarazzanti, momenti di puro lirismo alternati senza soluzione di continuità a scene al limite del ridicolo, da cui scaturiscono le pellicole coreane e di cui sono intrise a dismisura (spesso questo è motivo di allontanamento da tali opere da parte dello spettatore occidentale).
Questo film racconta una storia di vendetta e redenzione, e di come le due cose si intreccino, proprio come nel sesso, presenza costante della pellicola e di tutta la filmografia di Kim Ki Duk, due corpi opposti per genere e caratteristiche si fondono in un unico armonioso elemento. 
La pietà del titolo è quel sentimento che Gang-do (l'usuraio violento e senza scrupoli interpretato da  Lee Jung-jin) non riesce a provare, ma verso cui è destinato nel momento stesso in cui il ritorno della madre mette a dura prova la sua intolleranza nei riguardi della donna, rea di averlo abbandonato a suo tempo. 
La donna si stabilisce nella casa del figlio e il loro rapporto diviene subito morboso. 
Pressanti scadenze impediscono un sereno ritrovamento, corroso dalle conseguenze dei loschi traffici alla maniera del capitalismo.
Il riferimento del titolo alla Pietà di Michelangelo, così come la stessa locandina, sono a mio parere volutamente fuorvianti rispetto al vero messaggio del film: la pietà c'è anche nella sua assenza marcatamente sottolineata quando Gang-Do tortura i poveracci su cui pende lo strozzinaggio, ma la vendetta è più forte e ingloba tutto, e le lacrime versate per pietà si perdono ignorate e sole nel lago di sangue della violenza restituita al mittente con gli interessi, ovvero attraverso l'annullamento dello spirito e dei sentimenti di chi tanto rancore ha provocato nelle sue vittime.
La vittima in questo caso è una donna a cui è stato strappato il figlio, una donna che finge per vendetta e interpreta il ruolo di sè stessa con un uomo che non è suo figlio ma che quel figlio glielo ha portato via: l'intreccio è così raffinato e svelato  nei tempi giusti da strappare una lacrima, una lacrima che si perde in quel lago di sangue che porta il nome di vendetta.


martedì 17 settembre 2013

COMICS TIME#03: DEVILMAN (EDIZIONE JPOP) di Go Nagai

Edito in Italia da JPOP

Il fumetto vede protagonista il giovane Akira Fudo che, consigliato dall’amico Ryo, per salvare la Terra dall’invasione dei demoni si fonde con il demone Amon diventando così un essere dai poteri diabolici e dall’animo umano. Da lì inizierà un conflitto che porterà sempre di più ad affievolire la separazione tra uomini e demoni fino al finale memorabile e apocalittico.

5 Volumi, euro 7,50/cad. (con cofanetto)

Devilman è inserito, a ragione, in quel ristretto numero di manga che costituiscono i capisaldi del fumetto nipponico, costituendo un vero e proprio salto in avanti nella struttura narrativa e nelle soluzioni grafiche rispetto a quanto il Giappone producesse, fumettisticamente parlando, negli anni '70.
La leggenda dice che fu una copia dell'Inferno dantesco illustrato dal grande Gustave Dorè a ispirare Go Nagai la realizzazione delle avventure del giovane Akira Fudo e della sua lotta contro i demoni intenzionati a governare la terra com'era al'inizio dei tempi.
L'influenza dell'illustratore francese è infatti palese nell'opera di Nagai, e le atmosfere ancestrali messe in scena dall'autore danno al lettore la sensazione di immergersi senza scampo in queste figure demoniache che infrangono con violenza grafica i fondali bianchi dei cinque volumi che compongono l'opera, con le loro ombre nere e le loro forme allucinanti, mescolanza insana e disturbante di esseri animali, vegetali e umani inserite senza soluzione di continuità all'interno di corpi segnati da un'esplicita sessualità confusa e ambigua, risultando infine un ricettacolo inquietante quanto affascinante.
Proprio il tema della possessione infatti diventa vivo dentro il lettore prima da un punto di vista emotivo che da quello puramente narrativo, dato che queste forme così lontane dalla realtà che ci circonda e così disturbanti per una normale (con tutti i relativismi del caso) sensibilità umana, prima ancora di spaventarci, è inutile negarlo, ci affascina: ecco che Devilman ci ha presi, imbrigliati nella sua trappola, impossessati, proprio come il demone Amon fa con il giovane Akira Fudo.

Due parole sull'edizione JPOP sono doverose, dato che a fronte di un prezzo di copertina per nulla economico (7,50 a volume sono obiettivamente tante), si ha indietro un'edizione, a mio avviso, pressochè perfetta: i volumi sono sovracopertinati e le coste formano il disegno che vedete qui accanto, la carta e la stampa sono di ottima qualità, in pieno stile JPOP le tavole originali non vengono "stuprate" dall'adattamento in caratteri occidentali delle onomatopee ma bensì quest'ultime vengono tradotte con piccoli inserti di lettering (scelta che condivido), ogni volume ha un segnalibro in regalo rappresentante i protagonisti dell'opera, con l'ultimo numero si ha in ragalo un cofanetto per contenere tutti e cinque i volumi e per alcune fumetterie che aderivano all'iniziativa di questa riedizione era anche disponibile una variant cover argentata dell'opera.

Insomma, se come me non avevate ancora letto questo capolavoro è il momento giusto per rimediare.

lunedì 16 settembre 2013

Cronache di un regista indipendente#03: "L'immagine di Uno"


Quella che potete vedere qui sopra è la prima anteprima di quello che sarà il mio prossimo cortometraggio: L'immagine di Uno.
Dopo la realizzazione di Altrove e con Nessuno la mia principale occupazione è stata quella di auto-distribuire il cortometraggio, ovvero procurarsi i bandi di concorso dei festival cinematografici, preparare le spedizioni, riunire tutti i materiali richiesti e poi andare in posta per l'atto finale del procedimento: baciare la busta e sperare nel futuro.
Il futuro, fino ad ora, è stato molto buono con l'ultimo capitolo de L'epopea di Fabrizio Pascal, che nel corso di sei mesi ha partecipato a quindici festival lungo tutta la penisola italiana e addirittura vinto il concorso per cortometraggi del "Senigallia Comics and Games 2013".
Ora però, nonostante Altrove e con Nessuno continui a viaggiare dentro le mitologiche buste imbottite, è tempo di dedicarsi a un nuovo ed entusiasmante progetto, e in tal senso mi è venuto in aiuto il buon Simone "Sam" Colombo, Youtuber di discreta fama che si occupa insieme a Davide "Spite" Francato del canale Unsaccoreview (clicca qui per vedere il canale), un portale indispensabile per ogni appassionato di fumetti americani: il buon internauta ha sfornato un soggetto splendido che mi ha subito conquistato, e dalla scorsa settimana sono cominciati i lavori sulla sceneggiatura, che vede il sottoscritto al suo fianco come assistente per la stesura della parte tecnica e il buon Roberto Gallaurese (autore della sceneggiatura di Altrove e con Nessuno e del Web-Comic V!P) alla supervisione.

L'intestazione della nuova opera
Questo soggetto mi ha preso subito perchè in fondo racconta una di quelle storie che appartengono alla sfera di vicende che ho sempre provato a raccontare attraverso i miei cortometraggi: la storia di un uomo e dei suoi pensieri più profondi e inconfessabili, le sue passioni più nascoste.
La storia di Simone è sulla stessa lunghezza d'onda di quell'"esistenzialismo moderno" di cui sono innamorato dalla Quarta Ginnasio e che cerco di tramutare in immagini ad ogni nuovo progetto.



Non mi resta che dire che la lavorazione della sceneggiatura e di tutto quello che verrà dopo (sceneggiatura tecnica, piano di riprese, storyboards, pre-produzione, produzione, riprese, montaggio audio-video, musiche etc.) sarà documentato settimanalmente sul blog e attraverso tutti i canali che mi vedono protagonista.

STAY THERE GUYS, WE HAVE SOMETHING FOR YOU HERE...

sabato 14 settembre 2013

4 serie tv che consiglio di seguire nella stagione 2013/2014.


Come da titolo oggi scriverò un articolo su 4 serie televisive che vi consiglio per questa stagione che sta per iniziare, saranno anche le 4 serie che analizzerò settimana per settimana durante l'anno.
La maggior parte sono stagioni sucessive alla prima, quindi se dovessero interessarvi, sapete che recuperare la visione nell'epoca della condivisione su internet non è un problema gravoso, ma io ovviamente non ho detto nulla in proposito.

Senza indugi andiamo a incominciar...

MARVEL'S AGENTS OF S.H.I.E.L.D. SEASON ONE:

Come non mettere al primo posto la prima serie televisiva prodotta dalla Casa delle Idee? Come è facile da intuire dalla foto del cast vedremo il ritorno dell'agente Phil Coulson (Clark Gregg) che tutti noi Marvel maniaci credavamo morto dopo gli eventi narrati in Avengers di Josh Whedon. A quanto pare le cose sono andate diversamente da quanto credavamo e il buon agente dello S.H.I.E.L.D., la segretissima agenzia per la sicurezza internazionale dell'universo Marvel, è pienamente operativo e pronto a guidare una nuova squadra che indagherà su fatti eccezionali e casi misteriosi, con forti atmosfere alla X-Files.
La serie è ideata dallo stesso Whedon insieme al fratello Jed e a Maurissa Tancharoen, e la domanda che tutti si pongono è chiaramente quanto sarà fusa con gli eventi dell'universo cinematografico dei supereroi di Stan Lee e soci: Whedon a tal proposito ha dichiarato che i cross over potrebbero esserci ma che la serie dovrà sempre mantenere la sua autonomia. Il produttore Jeph Loeb (penna autorevole della Marvel) ha dichiarato che l'estremo riservo sulla serie tenuto in questi mesi è dovuto al fatto che vuole che gli spettatori siano davvero coinvolti nella visione senza le solite spoilerate della rete.
La serie sarà trasmessa in U.S.A. a partire dal 24 settembre 2013, nel frattempo godetevi il trailer.

REVOLUTION SEASON TWO:

Revolution fu una delle più piacevoli sorprese della scorsa stagione: quel geniaccio di J.J. Abramhs questa volta si è immaginato un mondo senza più elettricità, e degli Stati Uniti d'America piombati nuovamente nel buio della guerra civile.
Inutile sottolineare la forza e l'incredibile stuolo di possibilità narrative che tale ambientazione e storia possono permettere agli autori.
Nella seconda stagione torneranno tutti gli attori principali da Tracy Spiridakos nelle belle vesti di Charlie Matheson allo zio Billy Burke nei panni del generale rinnegato della Milizia Miles Matheson e torneranno i misteri legati al governo e alle macchinazioni che hanno portato allo sparire di ogni forma di elettricità sul pianeta.
Se non avete seguito la prima stagione vi invito a recuperarla per godere di una mistery-tale come non se ne vedevano dai tempi di Lost.
La seconda stagione di Revolution sarà trasmessa in U.S.A. a partire dal 25 settembre, qui accanto il trailer.

THE WALKING DEAD SEASON FOUR:

Di questa serie ho parlato a lungo in questo blog, nella maggior parte dei casi decantandone le lodi e indicandola come uno dei miglior prodotti televisivi degli ultimi anni.
La creatura scaturita dal fumetto di Robert Kirkman si è rivelata nel tempo molto più di un semplice adattamento televisivo, ma addirittura una possibilità per l'autore di esplorare vie narrative non utilizzate nel fumetto, rendendo la serie interessante per i lettori dell'opera originale e per i nuovi fan della serie televisiva.
è inutile però negare che la terza stagione, nonostante abbia infranto tutti i record di ascolti, abbia subito un leggero calo qualitativo. Speriamo dunque che la serie torni e superi i livelli delle prime due stagioni e aspettiamo fiduciosi.
La quarta stagione di The Walking Dead sarà trasmessa dal 13 ottobre 2013 negli Stati Uniti, godetevi il trailer.

AMERICAN HORROR STORY SEASON THREE:
 
A Ryan Murphy e Brad Fulchuck, gli ideatori di American Horror Story, va riconosciuto il merito di aver riportato l'horror di matrice americana alle sue origini, e di aver abbandonato completamente il modello di "mostro dannato sbuca da un lago con un coltellaccio inseguendo biondona rifatta urlante", per abbracciare finalmente le ambientazioni cupe e inquietanti che si trovano in molti angoli anche insospettabili degli Stati Uniti. Altro tassello fondamentale del successo di quest'opera è il fatto che ogni stagione, pur proponendo sempre lo stesso (meraviglioso) cast di attori, nel quale spicca una Jessica Lange molto più brava di quando urlava tra le manone pelose di King Kong, è ambientata in un periodo storico diverso: siamo partiti dai nostri tempi (pur con innumerevoli balzi indietro nel tempo) della prima stagione, al dopoguerra della seconda; così come siamo passati da un casa di Los Angeles infestata dai fantasmi a un'ospedale psichiatrico dove gli alieni fanno regolarmente visita ai folli pazienti e alle suore impossessate dal demonio che lo abitano.
In questa terza stagione ci spostiamo al tempo in cui le streghe popolavano i boschi e spaventavano i villaggi, e sinceramente non vedo l'ora di provare ancora paura.
La terza stagione di American Horror Story, sottotitolata Coven, sarà trasmessa negli Stati Uniti a partire dal 9 ottobre. Qui accanto uno degli inquietanti teaser trailer.






mercoledì 11 settembre 2013

VISIONI CALDE#02: KILLER JOE di William Friedkin


William Friedkin, è bene ricordarlo, oltre ad essere il regista di quel fenomeno horror socio-culturale che porta il nome de L'Esorcista è anche (o forse soprattutto) il regista di Vivere e Morire a Los Angeles, splendida pellicola del 1985 nella quale un agente dei servizi segreti interpretato da William Pettersen arrivava a infrangere i suoi principi etici per salvare la vita di qualcuno che gli stava a cuore.
Killer Joe mette in scena lo stesso dilemma interiore ma lo allarga a tutti i personaggi di questa grottesca farsa noir intrisa di contaminazioni pulp e iconoclastia anti-classica, intesa come progressiva distruzione di tutti quei capisaldi che fanno del cinema di genere americano, il miglior cinema di genere del mondo: nel raccontare la storia di Chris, un giovane spacciatore di droga che deve trovare al più presto un'ingente somma di denaro per saldare un debito, Friedkin ci mostra un'America sporca e cattiva, ma invece di soffermarsi sui potenzialmente facili indugi estetici che le ambientazioni di periferia degradata gli avrebbero concesso, ci lascia trasportare dai dialoghi assurdi ma ricercatissimi, inserendoli all'interno di un telaio registico pulito e mai virtuosistico, quasi scolastico ma mai fastidioso.
Per ottenere i soldi Chris decide di uccidere la madre e incassare l'assicurazione sulla vita della donna e d'accordo con tutta la famiglia, ingaggia il poliziotto Joe Cooper, detto Killer Joe, che si guadagna da vivere lavorando come sicario. Ma quando il sicario chiede un pagamento anticipato che Chris e la sua famiglia non possono pagare, Killer
Joe fa un'offerta al ragazzo; terrà in custodia Dottie, la sorella autodefinitasi dodicenne, ma la cui vera età è ben maggiore, come caparra sessuale finché non riuscirà a pagare la cifra pattuita. Chris acconsente, dando vita ad una spirale di sangue e violenza che non risparmierà nessuno.

La lenta trasformazione della vicenda da grottesca storia di una famiglia borderline incapace persino di tenersi le mutande dove dovrebbero stare (letteralmente) e che comunque tenta di organizzare un vero e propio delitto perfetto, in una tragedia Greco-Americana sul letale potere dei sentimenti e l'esplosione della violenza come risoluzione finale, ha del portentoso: il film diventa "altro" sotto i nostri occhi ma il coinvolgimento è talmente immersivo che lo realizziamo solo a visione finita.
Una nota per la scena della fellatio praticata su una coscia di pollo fritto, assolutamente geniale e profondamente evocativa.
Da vedersi.

martedì 10 settembre 2013

COMICS TIME#02: NICK FURY AGENT OF S.H.I.E.L.D. di Jim Steranko


Edito da Panini Comics per le fumetterie

Ben prima di essere rilanciato al cinema da Samuel L. Jackson, l’eroe della Seconda Guerra Mondiale Nick Fury è stato reinventato in piena Guerra Fredda. I padri dell’Universo Marvel Stan Lee e Jack Kirby catapultarono il burbero colonnello in una spy story fantascientifica, ponendo le basi per il lato spionistico della Marvel e inventando elementi come lo S.H.I.E.L.D. e l’Elivelivolo. Di lì a poco fecero largo a un giovane talento che aspettava di sbocciare: Jim Steranko. L’operato di Steranko sul personaggio è considerato uno dei picchi più alti e moderni della Silver Age dei comics, con sperimentazioni visive che sono vera e propria “pop art”. Eccovi dunque tutte le storie classiche del personaggio, in un maestoso volume per gli amanti dell’avventura e del fumetto di qualità. 18,3x27,7, C., 816 pp., col., con sovraccoperta Contiene: Strange Tales #135/168, Nick Fury Agent of S.H.I.E.L.D. #1/15, Marvel Spotlight #31

euro 59,00

La linea Omnibus della Panini è in assoluto la serie di volumi più prestigiosa per quanto riguarda la divisione Marvel dell'azienda che propone in Italia le avventure degli eroi della Casa delle Idee: grandi volumi brossurati con copertina rigida e sovracopertina che radunano all'interno delle loro mille pagine (in media) alcuni dei cicli di storie che hanno davvero rappresentato delle pietre miliari della nona arte.
L'omnibus di cui vi parlo oggi, come da titolo, racchiude in sè la gran parte delle storie realizzate da Jim Steranko tra la metà degli anni '60 e l'inizio dei '70 che hanno come protagonista il più importante agente segreto dell'universo creato da Stan Lee e soci, Nick Fury, a l'agenzia di spionaggio che si prende cura della sicurezza internazionale nel mondo fittizio della Marvel, lo S.H.I.E.L.D.
Il volume in realtà parte con la presentazione di quasi due anni di storie della mitica testata Strange Tales nella quale Fury condivideva le sue pagine con un'altra serie molto particolare, figlia senza dubbio del suo tempo, ovvero Dottor Strange, dove inizialmente (come quasi tutte le serie Marvel al loro lancio in quel periodo) il personaggio dal perenne sigaro in bocca era appannaggio delle matite del grande Jack Kirby e della penna di Stan Lee.
Ai due subentrò in seguito una serie di grandi nomi della storia Marvel, da John Severin a Don Heck, passando per John Buscema e Roy Thomas, fino ad arrivare alla stagione di Steranko, uno dei pochi che riuscì ad assicurarsi la cura competa di una serie, occupandosi sia dei testi che dei disegni e portando Nick Fury Agent of S.H.I.E.L.D. a vette artistiche incredibili, immergendo Fury in una dimensione psichedelica e tratteggiandone i tratti caratteriali fondamentali che ancora oggi lo contraddistinguono: l'atteggiamento burbero e scostante, la capacità di costruire la propria vita sulla menzogna per perseguire un bene comune, la scaltrezza nell'inganno, la grande abilità fisica; ma anche rivoluzionando la resa grafica del personaggio, donandogli la tuta che praticamente è la medesima che ancora oggi indossa nelle storie moderne e allontanandolo da quei completi alla James Bond che lo irrigidivano eccessivamente (40 anni prima che Casinò Royale svecchiasse Bond al cinema).
La famosa tavola quadrupla del Nick Fury di Steranko.

Steranko, personaggio incredibile che nella vita fece di tutto, dal fachiro all'escatologo passando appunto per i fumetti, arricchisce le sue tavole di sperimentazioni innovative fatte di collage, pagine quadruple, splash-page ardite e psichedeliche, storie che mescolano la scienza e l'esoterico, personaggi pazzeschi come la Contessa Allegra De Fontaine (unica a scalfire il cuore del colonnello Fury), nemici conturbanti e fascinosi come l'Artiglio Giallo (nemico venuto da oriente che mescola misticismo e scienza per perseguire i suoi malefici scopi), viaggi impossibili, macchinari multicolore dalle funzioni fantascientifiche e tantissimo altro materiale fino ad allora precluso alle storie dell'ex howler.

Quello che fecero Lee e Kirby all'inizio delle avventure di Fury su Strange Tales fu di recuperare il vecchio personaggio che aveva combattuto coi suoi Howling Commando nella seconda guerra mondiale, passarlo dal grado di sergente a quello di colonnello e, insieme a due vecchi comprimari come Dum Dum Dugan e Gabe, inserirlo nella continuity dell'universo supereroistico della Silver Age, rendendolo la superspia del mondo di Spider-Man e Capitan America: in questo modo avevano trovato un ottimo comprimario per le avventure di Strange e un ottimo terreno per sperimentare più di quanto fosse possibile fare sui personaggi più importanti del loro parco testate.
Leggendo l'intero enorme volumone si percepisce tangibilmente il cambiamento di un epoca, sia in termini culturali che artistici, e si possono avere sensazioni diverse, a volte anche rimanere perplessi davanti ai testi ultra didascalici di Stan Lee o all'ingenuità di alcune delle storie contenute, ma proprio progredendo con la lettura si comprende come non solo il modo di fare i fumetti sia cambiato rapidamente in quegli anni, ma anche il modo di leggerli da parte del lettore.
Consigliatissimo.



lunedì 9 settembre 2013

Cronache di un regista indipendente#02: Il punto della situazione.




Come da titolo ho deciso che oggi illustrerò nel dettaglio i progetti passati, quelli falliti e i progetti futuri che riguardano la mia attività di regista.

1- ALTROVE E CON NESSUNO - UNA SPLENDIDA AVVENTURA

Come nota introduttiva posso dire che questo 2013 è stato in assoluto l'anno che, registicamente parlando, mi ha dato più soddisfazioni in assoluto: il mio ultimo cortometraggio, "Altrove e con Nessuno" è stato selezionato in più di quindici manifestazioni cinematografiche in tutt'Italia, vincendo il concorso per cortometraggi organizzato dalla mostra-mercato Senigallia Comics and Games e gareggiando sempre con opere di valore altissimo.
Il cortometraggio comincerà nuovamente a partire per altre manifestazioni intorno alla metà del mese di settembre per la seconda metà della stagione delle proiezioni, sperando che trovi altre piazze su cui farsi notare. Entro il mese di ottobre sarà invece reso disponibile per lo streaming sia sul mio canale Youtube che su quello di Vimeo.

2- NOIR-A - UN'OCCASIONE SPRECATA

Nel cinema, sia quello mainstream che quello indipendente, e anche in quello puramente amatoriale, i progetti falliscono ogni giorno. Noir-A doveva essere il coronamento di un sogno che ho fin dal 2008 quando girai "Rosso Ragù": girare un vero noir con atmosfere hard-boiled nella mia città natale, Novara.
Le riprese stavano andando divinamente, le difficoltà erano tante ma sia io che Marcello Alongi (che nell'occasione era il co-regista) ci credavamo veramente; purtroppo alcuni esseri umani provano un gusto sadico nel rovinare le cose, e non aggiungerò altro.


3- IL SITO UFFICIALE - UN NUOVO PORTALE PER CONOSCERMI

Entro la fine di settembre, all'indirizzo www.lucaangioli.altervista.org, sarà disponibile il mio nuovissimo sito ufficiale, che conterrà tutti i miei cortometraggi visualizzabili in streaming, con i cast tecnico-artistici completi, le note di regia e varie curiosità sulla loro realizzazione; inoltre ci saranno i video-clip e gli spot pubblicitari, la mia bio-filmografia completa, l'elenco delle proiezioni e tutti i link ai vari social network e siti di video hosting che mi vedono protagonista.

4- L'IMMAGINE DI UNO - IL MIO PROSSIMO CORTOMETRAGGIO

Salvo esplosioni nucleari improvvise all'interno della mia calotta cranica, il mio prossimo progetto (la cui realizzazione dovrebbe cominciare il prossimo inverno) sarà un cortometraggio scritto da Simone "Sam" Colombo (Che in coppia con Davide "Spite" Francato forma la coppia del canale Youtube "UnSaccoReview"). Stiamo lavorando ad una piccola preview che sarà presto disponibile!

Insomma qualche motivo per continuare o iniziare a seguirmi dovreste avercelo, in fondo si tratta di intrattenimento gratuito!
State connessi veri credenti, ne vedrete delle belle!!!



sabato 7 settembre 2013

EXTRA: MARVEL COMICS UNA STORIA DI EROI E SUPEREROI di Sean Howe

Oggi dovrebbe essere tempo di recensioni di cinema ma per questa volta vi parlerò di un libro che ho appena finito di leggere e che onestamente mi ha entusiasmato: Marvel Comics Una Storia di Eroi e Supereroi di Sean Howe è una biografia non ufficiale della più grande industria di fumetti del mondo, attraverso le testimonianze di più di 150 persone che hanno lavorato con o per la Marvel in oltre 70 anni di storia editoriale; e attraverso un'occhio, quello dell'autore, scevro da ogni tipo di partigianità e attento ai più piccoli dettagli di quella che è stata davvero una delle più interessanti epopee del mercato dei comics.
Le sorprese che si hanno leggendo questo libro se si è un'appassionato della Marvel sono davvero tante, i miti cadono uno ad uno mentre Sean Howe ci disegna un mondo molto più "umano" di quanto potessimo aspettarci noi seguaci del "sorridente" Stan Lee, in senso sia positivo che negativo: dalle esplosioni di creatività degli anni '60 e '70 fino all'esautorazione del mercato degli anni '90, non solo attraversiamo le vite e i rapporti umani tra i più grandi sceneggiatori e disegnatori di fumetti di sempre (Jack Kirby, Steve Dicto, Stan Lee, Steve Gerber, Jhon Severin, Sal Buscema, Don Heck, e tantissimi altri) ma anche le gioie e i dolori delle loro famiglie, i litigi e le gelosie,  le stranezze, la nascita di alcune tra le più grandi icone moderne, gli errori aziendali, gli intrighi commerciali, le litigate, le amicizie... Insomma il quadro che ne riesce è davvero un viaggio emozionante che consiglio a tutti, persino a chi non è appassionato della Casa delle Idee.
Uno dei leitmotiv che attraversa tutto il libro è sicuramente il rapporto pieno di ingiustizie e di umiliazioni che Jack Kirby dovette subire da parte dell'azienda, non solo nei periodi in cui ci lavorò direttamente, ma anche in seguito, in mezzo a una serie infinita di ingiustizie legali, di non-riconoscimenti di proprietà intellettuali, frecciatine pungenti con Stan Lee, litigate furiose e tavole originali sparite dal giorno e la notte dai magazzine dell'azienda.
Non voglio svelare di più di questo appassionante viaggio e vi lascio il piacere di godervelo leggendo questo corposo tomo, candidato anche per l'Eisner Award (gli Oscar del fumetto), ed edito in Italia da Panini in un'ottima edizione al prezzo di 29 euro.


giovedì 5 settembre 2013

EXTRA: MARVEL FACT FILES... LA MECCA DEL MARVEL FAN!

Oggi dovrebbe essere il giorno in cui si parla di serie televisive, ma dato che quelle che seguo e di cui parlerò sul blog durante la prossima stagione, non sono ancora cominciate, voglio parlarmi dell'oggetto del desiderio di ogni Marvel Fan che diventà realtà grazie a Eaglemoss e a Mondadori qui in Italia, ecco a voi...
Ebbene si dopo il Regno Unito e il Sud Africa siamo il primo paese di lingua non inglese a poter beneficiare di questa colossale opera enciclopedica sul più meraviglioso degli universi a fumetti che sia mai esistito sul globo terracqueo.
Perdonatemi questo entusiamo da nerd incallito, ma dopo aver tenuto tra le mani il primo numero (uscito proprio oggi) e aver verificato la precisione e l'esattezza delle informazioni riportate, oltre a tanti dettagli e curiosità sull'universo Marvel di cui non ero a conoscenza, posso davvero dire che per me si tratta di un sogno che si realizza.
La collezione è suddivisa in sette micro-aree tematiche: Avengers, X-Men, Fantastici Quattro, Spider-man, Cavalieri Marvel, Cosmo Marvel e La casa delle Idee, e in ognuna di queste sezioni sono presenti cinque capitoli intitolati La Storia (dove si parlerà in generale dell’area), Eroi, I Nemici, La Tecnologia e I Luoghi.
Ogni supereroe e super-cattivo verrà approfondito in maniera certosina all’interno di ognuna delle schede, dove saranno descritti i poteri e la storia personale di ognuno dei personaggi ivi rappresentati. Importantissima la micro area intitolata La Casa delle Idee, dove in quattro capitoli viene spiegata tutta la storia della casa editrice americana, dagli albori sino ad oggi. 
Leggendo le schede del primo numero si rimane davvero male quando ci si accorge che per poter leggere un capitolo intero bisognerà aspettare i numeri successivi, essendo che in ogni fascicolo sono presenti piccole parti delle diverse aree e che nel sommario viene ben indicato come schedarle nei raccoglitori (Bellissimi).

Insomma non posso che consigliare a chiunque ami i fumetti della Marvel di acquistare questa opera monumentale e di informarvi meglio attraverso il sito della versione originale che trovate qui: SITO EAGLEMOSS MARVEL FACT FILES.




mercoledì 4 settembre 2013

COMICS TIME #01: DESTROYER di Robert Kirkman e Cory Walker

Edito da Panini Comics per le fumetterie.


Glorioso supereroe della Seconda Guerra Mondiale, Destroyer non può ritirarsi dalle scene a dispetto di quanto gli ha ordinato il dottore dopo due infarti: deve prima risolvere degli affari in sospeso con i suoi nemici... nel sanguinoso stile che lo contraddistingue! Il creatore di Walking Dead rinnova per la linea Max uno degli eroi storici della Timely Comics! 17x26, B., 144 pp., col. 

euro 13,00


Tra i supereroi della Timely Comics (l'antesiniana della Marvel Comics), oltre al ben noto capitano a stelle e strisce che brandisce lo scudo in difesa del sogno americano, c'è anche un meno noto condottiero dai metodi più spicci e risolutori in mezzo all'inferno della seconda guerra mondiale, dall'emblematico nome di Destroyer.
Il personaggio fu inventato nel 1941 da Stan "The Man" Lee (allora un giovane redattore) e Jack Ribic (anche se è dubbia l'attribuzione a tale autore dell'invenzione grafica del caracther), ed era caratterizzato fin dagli esordi da un approccio decisamente più violento nella dura battaglia contro il nemico nazzista rispetto a quello del buono e biondo Steve Rogers.
A distanza di 60 anni, Robert Kirkman e Cory Walker, gli splendidi autori di Invincible, riprendono il personaggio per raccontarci una sua ipotetica "ultima storia", e i presupposti per una tale fatalistica definizione ci sono proprio tutti: Keane Marlow (la vera identità di Destroyer) si sta ormai avvicinando al compimento dei suoi 100 anni e il medico che lo ha in cura lo avverte che presto il suo cuore avrà l'ultimo ed inevitabile cedimento.
Nei panni di Destroyer Marlow ha continuato a combattere per il governo degli Stati Uniti e ancora oggi prende a cazzottate enormi mostri senzienti e creature orribili, ricoprendosi del loro sangue, che schizza copioso e plasticamente vivo nelle tavole di Walker, ricoprendo il protagonista in modo quasi uniforme, ricordandoci che la sua è un'esistenza all'insegna della carneficina finalizzata a un bene superiore, un bene che però niente ha a che fare con il suo benessere.

La prima incarnazione di Destroyer (1941)
Come sempre Kirkman parte da un soggetto quasi banale e lo rende un enorme specchietto per le allodole che nasconde (ma nemmeno troppo) una metafora esistenziale profonda e sfaccettata (chi ha detto The Walking Dead?): nel caso di Destroyer il tema è in assoluto il senso di responsabilità che un uomo prova rispetto al suo mondo quando sa che sta per abbandonarlo.
Seguire Destroyer nella sua folle tensione verso il desiderio di "risolvere tutti i conti lasciati in sospeso" prima di morire, ci causa più che un turbamento, perchè nel suo frenetico rincorrere vecchi nemici e nuove minacce alla pace nel mondo, si sentono rimbombare gli echi di tutti i "sospesi" delle nostre vite, di tutte quelle cose che sappiamo avremmo dovuto fare e che i mille avvenimenti della nostra vita ci hanno impedito di realizzare.
Tutto nell'opera dei due autori è finalizzato a estetizzare la violenza fino ai limiti del parossismo grafico, in modo che diventi il vortice conduttore di tutta una serie di piccoli dettagli narrativi che sfaccettano e rendono incredibilmente empatico il rapporto tra il lettore e il protagonista, e ci conduce a un finale inaspettato e bellissimo, in un'ultima e incredibile lotta, questa volta dentro l'anima del protagonista.
Da leggersi per non essere delle brutte persone.

martedì 3 settembre 2013

VISIONI CALDE#01: KICK-ASS 2 di Jeff Wadlow

Quando nel 2010 Matthew Vaughn diresse il primo Kick-Ass l'industria cinematografica, che stava subendo la prima vera e potente ondata dei cinecomics, ebbe la controparte sporca e cattiva di quel mondo fantastico fatto di costumi aderenti e battute taglienti nel corso di fantasmagorici combattimenti all'ultimo sangue. 
La sceneggiatura di Matthew Vaughn coadiuvato per l'occasione da Jane Goldman sapeva riportare in celluloide e ossa tutta l'irriverente carica di sarcasmo autoironico delle splendide tavole disegnate da John Romita Jr. e sceneggiate da quel geniaccio di Mark Millar (a questo proposito invito tutti voi cari lettori che ancora non lo avete fatto a procurarvi il volume del primo episodio del primo "supereroe reale").
Purtroppo l'inaspettato successo del primo capitolo cinematografico ha avuto (e sembra sia una moda visto alcune derivazioni del recente rilanci Marvel che porta il nome di Marvel Now!) delle inevitabili ripercussioni anche sulla seconda stagione dell'opera fumettistica, che è già edita da Panini in Italia, e che perde lo smalto del suo predecessore, concedendosi un'allargamento della "visione" iniziale degli autori verso la spettacolarizzazione delle situazioni in cui si ritovano i protagonisti, la quale strizza l'occhio al film che inevitabilmente ne sarebbe scaturito; ed è a questo punto che Jeff Wadlow entra nei giochi dirigendo un film che oltre a subire tutti i difetti dell'opera originale, si ritrova anche a dover fare i conti con ciò che a Hollywood proprio non si può mostrare (eccessi di violenza che persino nel fumetto apparivano davvero esagerati e francamente inutili nell'economia della storia), sostituendo tali non-mostrabili con scenette poco opportune degne della peggior commedia demenziale all'americana.


Il film è girato molto bene, il combattimento finale è coinvolgente e appassionante, le emozioni non si fanno attendere e ci avvolgono da subito grazie alle ottime interpretazioni di Aaron Johnson nella parte di Kick-ass (e che probabilmente rivedremo in Avengers Age of Ultron nella parte di QuickSilver) e alla splendida Lyndsy Fonseca che veste nuovamente i panni della terribile Hit-Girl; per non parlare dello splendido Jim Carrey e del suo Colonnello Stelle e Strisce che sembra essere nato sulla carta per essere da lui interpretato sulla pellicola; ma la sensazione è quella di un film che ha perso l'anima che doveva caratterizzarlo, cioè un'anima di irriverenza nei confronti di un intero universo di finzione riversato a forza in un mondo di realtà, con tutta l'implosione caotica di eventi pazzeschi che tale operazione scatenerebbe.
Questa dovrebbe essere l'anima di Kick-Ass.
Questo spero torni ad essere Kick-Ass, la cui terza e ultima incarnazione fumettistica sta prendendo forma in questi giorni negli States e di cui presto vi parlerò.

lunedì 2 settembre 2013

Cronache di un regista indipendente #01: Il ritorno...

Carissimi lettori vecchi e nuovi, quello di oggi è un post di presentazione della seconda stagione del blog "Altrove e con Nessuno", luogo di cronache della vita del sottoscritto, luogo di recensioni filmiche e fumettistiche, luogo di sfogo e liberazione dialettica!
L'anno scorso ha rappresentato per me e per il blog stesso un vero e proprio periodo di prova, mentre la mia vita cambiava sotto diversi aspetti veniva anche alla luce il mio cortometraggio di maggior successo (il cui titolo è anche il nome di questo blog), che per tutta la primavera e l'estate è stato presentato in più di 15 manifestazioni nazionali vincendo un premio per il miglior film al concorso per cortometraggi organizzato dal "Senigalia Comics and Games 2013" nella meravigliosa cittadina di Senigalia.
Con questo settembre appena cominciato riparte anche il blog, e come impegno serio prendo quello di aggiornarlo con regolarità, cercando il più possibile di seguire una sorta di programmazione settimanale che vado ad illustrarvi:

LUNEDì - CRONACHE DI UN REGISTA INDIPENDENTE: Un aggiornamento settimanale sullo sviluppo dei miei progetti registici, partendo dalla stesura delle sceneggiature, dai collaboratori vecchi e nuovi, foto e racconti dai set, spiegazioni di come funziona la realizzazione di un film autoprodotto e tutto quello che comprende vivere da regista indipendente.

MARTEDì - VISIONI CALDE: Riprendendo la rubrica iniziata nella scorsa stagione, analizzerò brevemente un film che ho appena visto dandovi le mie impressioni a caldo, e magari consigliandovi dei buoni modi per riempirvi gli occhi e i sensi con immagini che valga la pena di vedere... oppure avvertendovi di evitare di vederne alcune che non meritano la vostra attenzione!

MERCOLEDì - COMICS TIME: Si parlerà di fumetti, magari commentando una novità nel mondo degli eroi di carta e inchiostro, oppure recensendo capolavori vecchi e nuovi.

GIOVEDì - TV SERIES: Uno sguardo attento sugli sviluppi delle serie televisive che amo (e magari amate o imparerete ad amare), analisi degli episodi o novità future e presenti, tutto ciò che riguarda il mondo delle serie tv lo troverete qui.

VENERDì - RIPOSO.

SABATO - AL CINEMA: La recensione settimanale di una nuova uscita al cinema (e questa sarà finalmente la scusa per andare al cinema una volta la settimana)!!!

Spero sarete con me in questo nuovo viaggio!!!