mercoledì 4 settembre 2013

COMICS TIME #01: DESTROYER di Robert Kirkman e Cory Walker

Edito da Panini Comics per le fumetterie.


Glorioso supereroe della Seconda Guerra Mondiale, Destroyer non può ritirarsi dalle scene a dispetto di quanto gli ha ordinato il dottore dopo due infarti: deve prima risolvere degli affari in sospeso con i suoi nemici... nel sanguinoso stile che lo contraddistingue! Il creatore di Walking Dead rinnova per la linea Max uno degli eroi storici della Timely Comics! 17x26, B., 144 pp., col. 

euro 13,00


Tra i supereroi della Timely Comics (l'antesiniana della Marvel Comics), oltre al ben noto capitano a stelle e strisce che brandisce lo scudo in difesa del sogno americano, c'è anche un meno noto condottiero dai metodi più spicci e risolutori in mezzo all'inferno della seconda guerra mondiale, dall'emblematico nome di Destroyer.
Il personaggio fu inventato nel 1941 da Stan "The Man" Lee (allora un giovane redattore) e Jack Ribic (anche se è dubbia l'attribuzione a tale autore dell'invenzione grafica del caracther), ed era caratterizzato fin dagli esordi da un approccio decisamente più violento nella dura battaglia contro il nemico nazzista rispetto a quello del buono e biondo Steve Rogers.
A distanza di 60 anni, Robert Kirkman e Cory Walker, gli splendidi autori di Invincible, riprendono il personaggio per raccontarci una sua ipotetica "ultima storia", e i presupposti per una tale fatalistica definizione ci sono proprio tutti: Keane Marlow (la vera identità di Destroyer) si sta ormai avvicinando al compimento dei suoi 100 anni e il medico che lo ha in cura lo avverte che presto il suo cuore avrà l'ultimo ed inevitabile cedimento.
Nei panni di Destroyer Marlow ha continuato a combattere per il governo degli Stati Uniti e ancora oggi prende a cazzottate enormi mostri senzienti e creature orribili, ricoprendosi del loro sangue, che schizza copioso e plasticamente vivo nelle tavole di Walker, ricoprendo il protagonista in modo quasi uniforme, ricordandoci che la sua è un'esistenza all'insegna della carneficina finalizzata a un bene superiore, un bene che però niente ha a che fare con il suo benessere.

La prima incarnazione di Destroyer (1941)
Come sempre Kirkman parte da un soggetto quasi banale e lo rende un enorme specchietto per le allodole che nasconde (ma nemmeno troppo) una metafora esistenziale profonda e sfaccettata (chi ha detto The Walking Dead?): nel caso di Destroyer il tema è in assoluto il senso di responsabilità che un uomo prova rispetto al suo mondo quando sa che sta per abbandonarlo.
Seguire Destroyer nella sua folle tensione verso il desiderio di "risolvere tutti i conti lasciati in sospeso" prima di morire, ci causa più che un turbamento, perchè nel suo frenetico rincorrere vecchi nemici e nuove minacce alla pace nel mondo, si sentono rimbombare gli echi di tutti i "sospesi" delle nostre vite, di tutte quelle cose che sappiamo avremmo dovuto fare e che i mille avvenimenti della nostra vita ci hanno impedito di realizzare.
Tutto nell'opera dei due autori è finalizzato a estetizzare la violenza fino ai limiti del parossismo grafico, in modo che diventi il vortice conduttore di tutta una serie di piccoli dettagli narrativi che sfaccettano e rendono incredibilmente empatico il rapporto tra il lettore e il protagonista, e ci conduce a un finale inaspettato e bellissimo, in un'ultima e incredibile lotta, questa volta dentro l'anima del protagonista.
Da leggersi per non essere delle brutte persone.

4 commenti:

  1. Devo vedere di recuperarlo su comixology allora. O magari dico al mio fumettaro se aggiunge alla lunga serie di cose che mi sta già tenendo da parte...

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  2. Eeehh sono indietro su Robert Kirkman!

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