lunedì 23 settembre 2013

AL CINEMA #01: RUSH di Ron Howard


Titolo originaleRush
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Germania, Regno Unito
Anno2013
Durata123 min
Colorecolore
Audiosonoro
Rapporto2,35:1
Genereazione, biografico, drammatico, sportivo
RegiaRon Howard
SceneggiaturaPeter Morgan

Durante gli anni settanta, nella cosiddetta epoca d'oro della Formula 1, esplode la grande rivalità sportiva tra i piloti più talentuosi del momento, James Hunt e Niki Lauda. I due, che si danno battaglia fin dai tempi della Formula 3, non potrebbero essere più diversi: l'inglese è un ragazzo estroverso ed affascinante, che fuori dai circuiti è sempre a caccia di divertimento e belle donne; l'austriaco è invece un tipo introverso e riservato, dedito in maniera scrupolosa alla sua professione.
La loro rivalità raggiunge il culmine nella stagione 1976, quando tra mille rischi e pericoli, Hunt tenta di strappare con la McLaren la corona di campione del mondo a Lauda, a sua volta alla ricerca del bis iridato con la Ferrari. Neanche il catastrofico incidente avvenuto al Nürburgring Nordschleife durante il Gran Premio di Germania, in cui Niki rischia di perdere la vita, riesce a fermare questa accesa sfida, che ha il suo epilogo nell'ultima prova del campionato, il Gran Premio del Giappone a Fuji, sotto una pioggia battente. (Wikipedia)

La Formula 1, come quasi la totalità degli sport, può essere con facilità ricondotta a molti aspetti della vita di ogni uomo: per vincere bisogna correre dei rischi, ci sono altre persone che cercano in tutti i modi di portarti via la tua posizione, bisogna sapere quando è il momento giusto di staccare il piede dal pedale dell'accelleratore e quale invece quello più appropriato per schiacciarlo con tutta la forza che si ha in corpo, e si potrebbe continuare con una marea di similitudini metaforiche di questo genere.
A differenza però di moltissimi altri sport che non prevedono l'utilizzo di un mezzo meccanico, la Formula 1 si è evoluta esponenzialmente nel corso dei decenni, diventando sempre più lo sport degli ingegneri piuttosto che quello dei piloti, con un conseguente calo della spettacolarità delle corse e, per fortuna, un notevole incremento della sicurezza per i piloti, nonostante le prestazioni sempre più elevate e performanti delle monoposto.
Questa premessa serve a spiegare perchè Ron Howard ha scelto di raccontare la storia della rivalità tra questi due piloti e di farne una pellicola cinematografica: la loro vicenda, osservata dal punto di vista dei loro caratteri così agli antipodi (Hunt votato all'incoscienza e a rischiare la vita pur di vincere e Lauda metodico e calcolatore quasi più in gamba dei suoi meccanici, immerso nella sua quasi inviolabile infallibilità agonistica) e da quello dello sport che li vede grandi protagonisti, era già da sola, così come le cronache sportive ce l'hanno presentata, uno splendido e meraviglioso film sulla vita e sul dualismo che è in ognuno di noi.
Hunt e Lauda sono personaggi mitici perchè costituiscono loro stessi un tassello fondamentale di quel progresso che ha portato la Formula 1 ad essere un immenso e costosissimo laboratorio di ingenieria meccanica e al tempo stesso il tempio pagano del rischio dell'ingannare la morte; i due sono la stessa metà di una sola anima e le loro vite sono così profondamente iconiche ed esemplari che la trasposizione in celluloide della loro vicenda umana ed agonistica diventa un poema epico cavalleresco, con l'eroe senza macchia (Lauda) e il suo antagonista scaltro e spregiudicato (Hunt) che si scontrano e si incontrano mentre danzano a 270 Km orari insieme alla morte, presenza continua e assillante nel film di Howard, vero e proprio spauracchio che si tenta di allontanare con ironia e sarcasmo, ma che aleggia troneggiante nella paura di ogni pilota.
Tecnicamente il film è una perla di regia: Howard decide saggiamente di non fare delle scene di corsa delle semplici riproposizione in computer graphics di quanto le televisioni avessero mostrato all'epoca, ma bensì si concentra sui primi piani dei caschi dei piloti, su ardite inquadrature dall'interno del casco, carellate da bordopista, violenti inserti dello scoppio del carburante provocato dai pistoni (geniale il montaggio ideale su Hunt che amoreggia con una delle tante amanti e appunto i pistoni che infiammano il carburante prima della nuova gara).
Nonostante alcuni eccessi di scrittura (come per esempio la scena in cui Hunt malmena un giornalista che aveva fatto domande sciocche e provocatorie a Lauda), alcuni dialoghi che ad una prima impressione potrebbero sembrare banali perchè rimarcano i due stili di vita opposti dei protagonisti, lasciando intendere che il bene risiede nel proverbiale "mezzo", sono in realtà le uniche cose che due persone del genere potrebbero concepire parlando tra di loro, e una volta che anche lo spettatore entra nell'ottica delle due vite (schierandosi inevitabilmente come i tifosi fecero nel 1976), allora diventano plausibili e addirittura galvanizzanti.
Un'ultima nota tecnica riguarda la realizzazione dell'incidente che Lauda fece durante il Granpremio del Nürburgring Nordschleife, una scena impressionante riprodotta in ogni singolo dettaglio, proprio con quella perizia tipica di Ron Howard che si può ammirare in molti dei suoi film precedenti, uno su tutti Apollo 13.
Uno dei migliori film sullo sport che siano mai stati realizzati.



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