venerdì 3 gennaio 2014

CAPITAN HARLOCK - Un istante che si ripete...

La locandina internazionale del film
Senza mezze parole o preamboli eccezionali voglio andare subito al punto della questione: il film in computer grafica Capitan Harlock, al cinema da pochi giorni anche nel nostro bel paese, è un capolavoro in tutti i sensi possibili, dalla sceneggiatura alla regia passando per la strepitosa e a tratti miracolosa realizzazione tecnica.
Il personaggio creato dal Maestro Mangaka Leiji Matsumotu diventa finalmente il protagonista di un lungometraggio che ne incarna in tutto e per tutto lo spirito e la filosofia, riportando chi tra gli spettatori è cresciuto con la mitica serie animata proiettata negli occhi sognanti del sè stesso bambino a quella sensazione automatica che ci portava a voler essere Harlock.
Non serviva nemmeno che parlasse, e in effetti lo faceva poco ieri come oggi, bastava che spostasse con un colpo del suo braccio inguantato quel mantello volutamente sgualcito e che lo facesse garrire come la bandiera che dal pennone più alto dell'Arcadia, la sua splendida nave spaziale pirata, sventolava miracolosamente anche in assenza di gravità, ed ecco che volevamo essere lui, il misterioso capitano senza un occhio e con la cicatrice, tormentato, solitario, imbattibile, immortale.
Il film riesce a prendere tutti quegli elementi che Matsumotu ha inventato con la sua creatività geniale e a riproporli perfettamente in una veste raffinata e tecnicamente perfetta: abiti, palazzi, strutture, navi spaziali, pianeti, armi, tutto il mondo di Matsumotu diventa reale e a noi trentenni tutto appare magico, ma credo che anche per chi Harlock lo conoscerà in questi giorni al cinema la magia sarà ugualmente potente se non di più, e mi auguro che questa magia spinga la nuova utenza del personaggio a riscoprire i manga di Matsumotu (in primis Capitan Harlock, Galaxy Express 999 e La Corazzata Yamato) e le rispettive serie animate e film d'animazione, per capire e farsi rapire dall'immenso universo narrativo creato dal maestro giapponese.
Una delle prime immagini mostrate, ormai più di un anno fa
La sceneggiatura del film riesce a concentrare nell'arco delle circa due ore di pellicola tutto il senso dell'epopea spaziale del pirata rinnegato, tramite una scrittura mai semplicistica e a tratti anche piuttosto raffinata e profonda, e soprattutto senza far diventare centrale in modo esponenziale la figura del capitano, mai invadente sullo schermo, concentrandosi bensì sulla sua opera di difesa della verità e sull'espiazione del suo terribile peccato, che ovviamente non vi svelo e che vi invito a scoprire.
Le ultime doverose parole di questo articolo vanno spese per la realizzazione tecnica, assolutamente strepitosa, superiore a moltissime produzioni statunitensi e soprattutto portatrice di un stile innovativo basato sulla fedeltà ai modelli originali ma con un occhio verso la modernità in termini di stile e design.
Insomma andate a godervi questo capolavoro, non ve ne pentirete.

mercoledì 1 gennaio 2014

ASSASSIN'S CREED IV BLACK FLAG - Lo scrigno dei sogni...

Giocare al nuovo capitolo della famosissima saga degli assassini di Ubisoft è un esperienza unica, che permette a chi fra di noi è stato almeno una volta un bambino (si c'è della facile ironia in queste mie prime parole digitali del 2014) di realizzare un sogno: essere un pirata.
Passata la moda dei vampiri (o quasi passata), sembra che siano i pirati a prendere piede nei cuori di noi popoli del nerdismo, tra lo strapotere dell'ormai mitico One Piece e le nuove scorribande in 3D del grande Capitan Harlock (che mi aspetta al cinema questa sera), sembra che tutti i media siano colpiti dal dilagare di bucanieri incazzati e smaniosi di libertà.
Inserita nel contesto storico della vera e unica epopea piratesca caraibica di inizio '700, l'avventura rivissuta tramite l'ormai noto meccanismo dei ricordi stampati nel DNA del malcapitato di turno, ci porteranno direttamente nei panni di Edward Kenway, giovane inglese voglioso di diventare qualcuno in un mondo difficile che lo schiaccia di fronte al peso delle sue responsabilità di semplice uomo del popolo.
Attraverso meccanismi di gameplay ormai consolidati dalla tradizione del brand di Assassin's Creed come l'elemento stealth, le tecniche di uccisione, le armi e le mitiche lame celate e con l'aggiunta di tutta la parte marinaresca composta da battaglie navali realistiche e potenziamenti della splendida Jackdaw (il veliero del nostro protagonista), quest'opera videoludica ci regala ore e ore di puro divertimento, permettendoci di dedicarci alla storia principale, epica ed emozionante come non mai, ma anche di lanciarci alla ricerca di tesori sommersi, scrigni sepolti, frammenti dell'animus e tante altre piccole chicche davvero sfiziose.
Assassin's Creed IV Black Flag è portentoso anche nel comparto tecnico, spingendo le console di vecchia generazione al limite delle loro possibilità grafiche e dandoci un piccolo assaggio di quello che potranno darci le nuove console della Next-Gen.
Il nuovo corso del blog sarà fatto di articoli brevi come questo, senza inutili lungaggini o analisi aprofondite: un semplice reportage delle mie sensazioni dirette su quel che leggo, gioco o guardo, per permettervi se lo vorrete di scoprire qualche opera interessante o di evitare qualche ciofeca clamorosa tramite i miei pareri, se vorrete seguirli... ovviamente.
Buon anno ragazzuoli, restate attaccati.