In quasi trent'anni sono stati scritte miliardi di parole sulla serie televisiva ideata e realizzata da David Lynch e Mike Frost, ma questo 2017 ci regalerà un motivo molto speciale per poterne parlare ancora, ma soprattutto per poterci godere di nuovo le due stagioni e il film di cui è (per ora) composta la serie: nel corso di quest'anno infatti i due creatori della serie originale torneranno per una terza stagione di Twin Peaks, e con loro gran parte del cast originale.
Ora, questo basta per scatenare i milioni di fan in tutto il mondo, ma quello di cui vorrei parlare in questo post è il perché , a prescindere dalla nuova serie, qualunque essere umano dotato di intelletto dovrebbe riscoprire o addirittura (soprattutto nel caso delle generazioni più giovani) scoprire I Segreti di Twin Peaks.
Per prima cosa bisogna parlare della contestualizzazione dell'opera: nei primi anni novanta l'esempio di serie televisiva era Beverly Hills 90210, tanto per intenderci, vicende amorose e intrecci presi in prestito dalla soap opera ma valorizzati da un comparto di scrittura decisamente superiore a tali prodotti per definizione scadenti e dal facile consumo senza impegno particolare. In questo scenario si presenta questo Pilot di circa novanta minuti, durante i quali vengono posti più interrogativi che in un intera stagione del succitato Beverly Hills, per di più il tutto è immerso in un'ambientazione montana lontana dallo sfarzo e dalla bellezza delle classiche ambientazioni delle serie televisive di quegli anni, nella quale ogni singolo personaggio ricopre un ruolo fondamentale, per capire il quale non possiamo far altro che continuare a guardare il dipinto surrealista che Lynch e Frost ci lasciano ammirare un centimetro di tela alla volta.
Twin Peaks non ha inventato la serialità televisiva ma l'ha finalizzata nella forma che ancora oggi mantiene, dando il via a quella progressiva crescita che ha portato le serie tv a liberarsi dal vetusto nomignolo di "telefilm", per diventare una nuova forma di espressione artistica che ormai si batte a pari merito con le più importanti e prestigiose opere della settima arte.
Uno dei fantastici promo della nuova stagione. |
Certamente il re-watch del titolo va fatto con la coscienza di chi sa contestualizzare, comprendendo i motivi di determinate ingenuità nella sceneggiatura oppure gli eccessi di alcune interpretazioni: erano gli anni novanta, una decade che iniziava sulle macerie degli anni ottanta, prolifici artisticamente ma spesso eccessivi e omologanti, c'era un ansia di cambiamento nella musica come nel cinema e nelle arti grafiche, e soprattutto c'era ancora l'ombra della strabordante epoca precedente. Twin peaks si colloca proprio in quel momento e questo è il suo più grande pregio e il suo più grande difetto.
In ogni caso, prima di gettarvi nella nuova stagione, recuperate le due di cui abbiamo appena parlato, ne varà la pena in ogni caso.
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