lunedì 18 gennaio 2016

Star Wars - Il Risveglio della Forza - la mia (tardiva) opinione...


Hanno parlato ormai tutti del nuovo capitolo della saga fantasy inventata dal genio di George Lucas, la maggioranza di queste persone che hanno "spalancato le labbra ad un ingorgo di parole"(cit.) ne hanno parlato a sproposito, spesso dimenticandosi loro stessi che stavano disquisendo a proposito di una pellicola cinematografica e non del loro nuovo personalissimo giocattolo.
Ma non mi sento di condannare completamente questo incandescente fiume di parole, perchè in fondo, Star Wars è davvero un giocattolo: un enorme orsacchiotto da cinque miliardi di dollari che prende ogni volta la forma di ciò che più desideri, e se ci riesce è perchè, come lo storico Teddy Bear della Hasbro, non cambia mai.
Dunque tutti coloro, la stragrande maggioranza, che si sono boriosamente lamentati della mancanza di novità in questo settimo capitolo mentivano clamorosamente, oppure non hanno mai capito un accidente del messaggio epico di Star Wars, che infine, possiamo dire, sia tutto ciò che Star Wars rappresenta.

Le Guerre Stellari di Lucas nascono come una reazione intellettuale cinematograficamente concepita per svecchiare ciò che intasava gli schermi cinematografici sul finire degli anni settanta, Lucas, come molti altri della sua generazione cresciuti nelle università dove il cinema lo si insegnava, non poteva fare altro che far esplodere con veemenza tutto il suo furore creativo in qualcosa che insegnasse a tutti come fare il cinema fantasy (e poi data l'ambientazione, di riflesso, anche quello di fantascienza).
L'universo di Star Wars è stanco e in decadenza nella prima trilogia, le astronavi sono logore come molti degli abiti dei protagonisti, la ribellione non è una scelta ma un imperativo imprescindibile.
A quell'epoca, all'epoca dell'uscita di Una Nuova Speranza, la novità era insita nel concetto, oggi che Star Wars è parte integrante dell'immaginario di chi nemmeno li ha visti i film, la novità non ha ragione di esistere.

Ecco che J.J. Abrams allora, essere umano che Lucas, a sua volta, l'ha studiato all'università, si trova tra le sue manine sudate di fanboy un pò cresciuto, il più luccicante e meraviglioso Teddy Bear della storia del cinema, e state pur certi che è più spaventato che felice. Il peso di una responsabilità del genere non può far altro che spingerti a guardare verso i maestri, a guardare alle origini del mito, e se c'è una cosa che il mito fa sempre è proprio ripetersi.
Il problema non è riprendere qualcosa dal passato, il problema è riprenderlo e adattarlo con perizia da artigiano consapevole ai così tanto maledettamente citati "tempi moderni": ed è qui che Star Wars - Il Risveglio della Forza, vince su tutto il campo, introducendo attori plausibili in parti perfettamente sovrapponibili a quelle che conosciamo, dando al vecchio cast la giusta dignità anagrafica nell'economia generale del tessuto narrativo, donando alla pellicola un ritmo perfetto da vero cinema d'avventura, smuovendo contemporaneamente le corde emotive dei nuovi e dei vecchi fan, ma soprattutto quelle di chi è andato solo al cinema per vedere un film fantasy stracarico di avventura e sentimenti vari, così, per riempirsi l'anima, Dio salvi quello spettatore e ce ne scampi dai maledetti rigurgitatori di parole di cui sopra.

Il villain, la critica più riccorrente fatta al film, l'ultima cosa di cui voglio parlare: Il regista e gli sceneggiatori hanno introdotto una sola novità e tutti coloro che come già detto ineggiavano alla clamorosa mancanza di novità l'hanno criticata; è vero questo Kylo Ren non funziona a dovere, e il perchè è proprio la sua disfunzionalità umana, essendo egli un emulo ai limiti del cosplayer dell'ombra gettata dal passato dalla figura strabordante del nonno.
Kylo Ren è tanto potente quanto stupido, ma comunque le cose che fa ti fanno versare lacrime amare, se questo è un personaggio da buttare, buttatevi voi la prossima volta "in un cinema, con una pietra al collo" (cit.).

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