venerdì 6 maggio 2016

Due parole su... CAPTAIN AMERICA CIVIL WAR.

"Who watches the Watchmen?"

Qualche decennio fa questo grafito figurava come una coltellata allo storytelling tradizionale sui muri di carta degli anni ottanta distopici di Alan Moore nel suo capolavoro a fumetti Whatchmen: chi sorveglia i sorveglianti?
L'ultimo capitolo della saga cinematografica di Captain America ruota completamente intorno a questa domanda, ma nel caso specifico la risoluzione è molto semplice: il governo degli Stati Uniti d'America.
E le domande, o meglio i dubbi, si moltiplicano rapidi come una corsa di Quicksilver: c'è un limite tra eroismo e vigilantismo? possono individui dotati di capacità precluse alla maggioranza delle persone del mondo arrogarsi il diritto di diventare i nostri "protettori", quando per proteggerci rischiano di distruggerci? E' giusto fermarsi davanti a un ordine superiore se si è convinti di poter fare la differenza coi propri poteri? E' giusto che qualcuno decida quando e come si può e si deve aiutare un innocente oppure no?
Perchè negli ultimi capitoli della saga cinematografica del Marvel Cinematic Universe i Vendicatori hanno quasi distrutto città come New York e Washington e adirittura un intero paese, e gli USA non vogliono più stare a guardare un gruppo di privati cittadini dotati di superpoteri decidere quando e come intervenire, o creare intelligenze artificiali genocide.
Da qui entrano in gioco le singole personalità coinvolte nella grande battaglia che inevitabilmente ne scaturisce, e dunque lo scontro epico tra due vere colonne portanti di questo immenso templio dell'intrattenimento: Captain America e Iron Man.
Al di là di tutto quello che vedrete o avete già visto al cinema, su cui non voglio dilungarmi anche per non imbattere nella sporca pratica dello spoiler, la cosa importante è che questo è davvero un gran bel film d'azione: i fratelli Russo sono dei maestri nell'orchestrare i tempi dell'azione e quelli dello svolgimento narrativo, miscelando sapientemente lo spazio dedicato ai (tantissimi) personaggi coinvolti, senza concentrarsi mai in modo ossessivo su uno solo di questi, ma facendo comunque restare il film un capitolo di Captain America e non un nuovo episodio di Avengers.
I vecchi personaggio sono ormai perfetti e rodatissimi nelle loro parti, evoluti al punto giusto da sembrarci quasi familiari, e quelli nuovi sono caratterizati così bene da avere una potenza scenica paragonabile a quella dei capisaldi già affermati.
Gli effetti visivi e le coreografie sono sempre chiare e potenti in pieno stile Russo, e non lasciano mai spazio alla confusione visiva, difetto che invece affliggeva non poco i due capitoli di Avengers di Whedon.
Come ho ampiamente spiegato in un post precedente non esiste nessuna legge scritta che obblighi un film coi supereroi ad essere integralmente fedele alla sua controparte a fumetti, dunque il fatto che la saga Civil War di mark Millar funga solo da (interessantissimo) spunto per questo film lo trovo un fatto assolutamente consono e naturale, ed ogni polemica a riguardo è sterile e senza senso, piuttosto è molto interessante il modo in cui i Russo colgano a piene mani alcuni riferimenti visivi che citano potentemente i disegni di Steve McNiven, veri e proprio riferimenti artistici imprescindibili.
Non si può rimanere delusi da un film di questo genere, sia che ti piaccia semplicemente l'azione sia se sei un Marvel fan della prima ora.

Nessun commento:

Posta un commento